OPEN ACCESS
dichiarazioni a favore
La Budapest Open Access Initiative, promossa dall'Open Society Institute e presentata a Budapest il 14 febbraio 2002, è la prima dichiarazione pubblica riguardo ai principi dell’Open Access e costituisce uno dei principali eventi di fondazione del movimento per la condivisione e la libera diffusione del sapere.
Il presupposto ideale della Dichiarazione risiede nell'assunto che la distribuzione elettronica mondiale della letteratura scientifica peer-reviewed e l'accesso ad essa, completamente gratuito e illimitato da parte di tutti, costituisca un bene pubblico di inestimabile valore, gettando le basi per unire l'umanità in una comune ricerca della conoscenza.
Il secondo passaggio per la regolamentazione dell’Open Access avviene nel 2003 durante la Conferenza sull'accesso aperto, ospitata a Berlino dalla Società Max Planck, che produrrà la Dichiarazione di Berlino sull’accesso aperto alla letteratura scientifica nel cui testo vengono evidenziate le seguenti parole:
«La nostra missione di disseminazione della conoscenza è incompleta se l'informazione non è resa largamente e prontamente disponibile alla società. Occorre sostenere nuove possibilità di disseminazione della conoscenza, … sempre più attraverso il paradigma dell'accesso aperto via Internet.»
Alla Dichiarazione di Berlino hanno aderito 71 università italiane tra cui l'Università IULM.
Durante il convegno “Gli atenei italiani per l’Open Access: verso l’accesso aperto alla letteratura di ricerca”, promossa dalla CRUI a sostegno dell'accesso aperto alla letteratura accademica che si svolse a Messina il 4 e 5 novembre 2004, viene firmata da 74 Università italiane la Dichiarazione di Messina, a sostegno di quella di Berlino.
Nel 2014, con la Decennale della Dichiarazione di Messina, gli Atenei e gli Enti di ricerca italiani, consapevoli dell’efficacia del paradigma di comunicazione scientifica basato sull’accesso aperto, intendono confermare, con la Road Map 2014-2018, la loro adesione ai principi della Berlin Declaration e l’impegno a sostenere l’attuazione di politiche istituzionali volte a consolidare lo sviluppo dell’accesso aperto e a favorire le opportunità di internazionalizzazione della ricerca, nella prospettiva di assicurare ampia visibilità alla produzione scientifica italiana.
Da questi primi regolamenti l'Unione europea è andata definendo principi e obblighi sempre più precisi in merito alla scienza aperta e ha iniziato a stanziare finanziamenti (FP7, Horizon 2020 e Horizon Europe); portali come OpenAIRE e Zenodo sono funzionali all'obiettivo che tutta la ricerca europea divenga presto ad accesso aperto.
Inoltre, a partire dall’aprile del 2021 la Commissione Europea ha lanciato ORE – Open Research Europe, una piattaforma di pubblicazione con revisione paritaria e completamente open access dedicata ai risultati della ricerca finanziata attraverso fondi europei.
Fondamentale la Raccomandazione 2018/790 della Commissione Europea sull'accesso all'informazione scientifica e sulla sua conservazione, il cui presupposto "filosofico" è evidenziato nella seguente affermazione:
La Raccomandazione UNESCO sull’Open Science del novembre 2021
https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000379949.locale=en
Altre raccomandazioni
Ormai da alcuni anni - e con particolare enfasi in seguito alla necessità di accelerare la collaborazione scientifica internazionale per contrastare la pandemia Covid19 - i maggiori organismi internazionali hanno adottato Raccomandazioni e policy per l’accesso aperto ai risultati della ricerca.
Si citano:
La Raccomandazione sull’accesso ai dati della ricerca finanziata con fondi pubblici emanata dall’OCSE nel gennaio 2021
https://www.oecd.org/sti/recommendation-access-to-research-data-from-public-funding.htm